sabato 20 ottobre 2012

Depressione

Comunemente utilizziamo il termine depressione per indicare il sentirsi tristi e "giù di corda”, quello stato che tutti sperimentiamo di tanto in tanto e che fa parte delle normali oscillazioni dell’umore.
Nel senso clinico del termine, invece, la depressione corrisponde ad un disturbo dell’umore e ad una specifica varietà di sintomi.
La caratteristica essenziale del Disturbo Depressivo Maggiore è un decorso clinico caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori senza storia di Episodi Maniacali, Misti o Ipomaniacali.

I crietri diagnostici indicati dal DSM-IV-TR (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) per l'Episodio Depressivo Maggiore sono i seguenti:
A.
Cinque (o più) dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è costituito da 1) umore depresso o 2) perdita di interesse o piacere.
Nota: Non includere sintomi chiaramente dovuti ad una condizione medica generale o deliri o allucinazioni incongrui all’umore.
1)umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto (per es., si sente triste o vuoto) o come osservato dagli altri (per es., appare lamentoso). Nota: Nei bambini e negli adolescenti l’umore può essere irritabile
2)marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (come riportato dal soggetto o come osservato dagli altri)
3)significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno. Nota: Nei bambini, considerare l’incapacità di raggiungere i normali livelli ponderali
4)insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno
5)agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno (osservabile dagli altri, non semplicemente sentimenti soggettivi di essere irrequieto o rallentato)
6)faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno
7)sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi ogni giorno (non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per essere ammalato)
8)ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno (come impressione soggettiva o osservata dagli altri)
9)pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio.
B. I sintomi non soddisfano i criteri per un Episodio Misto.
C.I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
D.I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un medicamento) o di una condizione medica generale (per es., ipotiroidismo).
E.I sintomi non sono meglio giustificati da Lutto, cioè, dopo la perdita di una persona amata, i sintomi persistono per più di 2 mesi o sono caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione patologica, ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio.

 
Un episodio depressivo ha una durata breve ma effetti invalidanti: il paziente non riesce più a vivere la quotidianità.
Un disturbo dell'umore di intensità meno grave, ma più persistente nel tempo, è la distimia.

I criteri diagnostici per la Distimia secondo il DSM-IV-TR sono i seguenti: 
A.
Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, come riferito dal soggetto ed osservato dagli altri, per almeno 2 anni. Nota: Nei bambini e negli adolescenti l’umore può essere irritabile, e la durata deve essere di almeno 1 anno.
B. Presenza, quando depresso, di due (o più) dei seguenti sintomi:
1)scarso appetito o iperfagia
2)insonnia o ipersonnia
3)scarsa energia o astenia
4)bassa autostima
5)difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni
6)sentimenti di disperazione
C.Durante i 2 anni di malattia (1 anno nei bambini e negli adolescenti) la persona non è mai stata priva dei sintomi di cui ai Criteri A e B per più di 2 mesi alla volta.
D.Durante i primi 2 anni di malattia (1 anno nei bambini e negli adolescenti) non è stato presente un Episodio Depressivo Maggiore; cioè il disturbo non è meglio inquadrabile come Disturbo Depressivo Maggiore Cronico, o Disturbo Depressivo Maggiore, In Remissione Parziale.
Nota: Prima dell’insorgere del Disturbo Distimico può esserci stato un Episodio Depressivo Maggiore, purché seguito da una totale remissione (nessun segno o sintomo per 2 mesi). Inoltre, dopo i primi 2 anni (1 anno per bambini o adolescenti) di Disturbo Distimico possono esserci episodi sovrapposti di Disturbo Depressivo Maggiore; in questo caso vengono poste entrambe le diagnosi se risultano soddisfatti i criteri per l’Episodio Depressivo Maggiore.
E.Non è mai stato presente un Episodio Maniacale, Misto o Ipomaniacale, né sono stati mai risultati soddisfatti i criteri per il Disturbo Ciclotimico.
F.La malattia non si manifesta esclusivamente durante il corso di un Disturbo Psicotico cronico, come Schizofrenia o Disturbo Delirante.
G.I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (ad es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipotiroidismo).
H.I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.

Ad Esordio Precoce: esordio prima dei 21 anni

Ad Esordio Tardivo: esordio a 21 anni o più tardi.





La scienza e la cura dell'anima



Psicologia, nel suo significato etimologico, vuol dire scienza dell’anima. La scienza che dell’uomo studia la mente, le emozioni, gli istinti, il carattere, il comportamento, le relazioni. L’organismo è visto nella sua complessità e nella sua interezza. La mente e il corpo sono parti di uno stesso insieme, per cui i disagi dell’una implicano disagi nell'altra e viceversa.

L’obiettivo verso cui tende l’intervento psicologico è l’armonia tra le dimensioni cognitive, emotive, sensoriali e comportamentali, indispensabile per approdare ad uno stato di benessere.

Quando il malessere si affaccia nell’animo umano impedisce la libera espressività, l’autenticità e la capacità di godere della bellezza propria e dell’ambiente circostante, influenzando l’esperienza personale fino a comprimerla, a soffocarla, a distorcerla.

La psicoterapia è la cura dell’anima; la cura che restituisce ad ognuno il proprio soffio vitale e il significato dell’esistenza che si è perduto, affievolito, offuscato. Così che ci si riappropria di se stessi, della propria salute psicofisica e della gioia di essere al mondo.

Veronica Iorio